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Giorgia Meloni e Ventotene: ecco come la premier tradisce il sovranismo (e anche gli Italiani)


Editoriale di Mario Vultaggio



La premier durante il suo intervento alla Camera dei Deputati
La premier durante il suo intervento alla Camera dei Deputati

Nella giornata del 19 marzo 2025 la Camera dei Deputati si è riunita per una discussione generale in vista del Consiglio UE, che si terrà nel giorno a seguire, e la premier Giorgia Meloni si alza in piedi per proferire parola in un normale intervento: nessuno si immagina la bagarre che sta per iniziare. Quest’ultima, con già un passato notoriamente euroscettico e un presente dubbioso sul Rearm Europe di Von Der Leyen, legge alcuni passi del Manifesto di Ventotene, un testo importante per la fondazione dell’Unione Europea stessa. È infatti importante conoscerlo, così come il contesto storico e sociale in cui è stato redatto, per capirne il significato: un'opera di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con il contributo di Eugenio Colorni, che risale al 1941 quando i primi due, ferventi oppositori del fascismo in Italia, sono detenuti nella medesima isola al largo del Tirreno, tra Lazio e Campania. Durante la loro prigionia nasce l’idea di un’Europa molto diversa da quella di metà novecento, “libera ed unita” come pronuncia il titolo originale, Stati che rinunciano ai loro interessi per formarne uno solo. Ed è anche per questo che gli autori sono stati definiti come i fautori del federalismo italiano. Ma ahimè, per la dignità del nostro Paese, le parole di Meloni, in quel momento, non saranno di certo confortanti.

Infatti la premier decide di decontestualizzare molte frasi del Manifesto al fine di portare la discussione a favore della sua tesi che, tuttavia, ha il solo scopo di attaccare le opposizioni lì presenti sulla precedente piazza per l’Europa. Il testo fondante dei valori della coesione del Vecchio Continente ci viene dipinto come un qualcosa di maligno, mancando di rispetto a tanti di quelli che hanno lottato per la libertà dell’Italia e dell’Europa dai totalitarismi. In quel discorso Giorgia Meloni è privata della sua propaganda (nel senso dispregiativo del termine) risalente a prima del suo insediamento. Ha dimostrato di essere capace di sottostare agli interessi degli amici d’oltre Oceano e a quelli di una commissione europea che sceglie il folle riarmo ma non di capire il significato di Ventotene. Dunque il dubbio è lecito: “il” presidente volontariamente sceglie di abbindolare gli italiani con ciò che al suo elettorato piace sentire o non ha mai letto, neanche il primo rigo, del medesimo testo?

Altiero Spinelli
Altiero Spinelli

Tuttavia, è importante “frenare” le domande per compiere un'analisi politica critica, completa e fattuale della situazione. Volendo dare per assurdo (anche se non lo è) il primo presupposto, che vede Meloni come un personaggio meschino, fasullo negli intenti e piuttosto quantificato di populismo spicciolo, bisogna dire che la premier rasenta purtroppo qualcuno che proferisce su ciò che non conosce, addirittura con prepotenza e presunzione di uscirne vincitrice come chi ha la ragione. Fortunatamente si trova in un Paese democratico dove può esprimersi senza problemi, tale grazie a quelli che ha così vigliaccamente insultato, i rivoluzionari che alla dittatura non ci sono stati. Altresì bisogna dire che, dopo quasi tre anni di esecutivo, il Presidente del Consiglio, figura rappresentativa dello Stato, del popolo e della Repubblica degli italiani non ha ancora capito l’importanza del suo ruolo, che lo vincola dal fare qualche tipo di “performance”. Questo perché rappresenta

una cerchia ben più grande di quella degli alienati che hanno creduto e credono alle sue proposte, tutt’altro che realizzabili e sensate. In conclusione, è necessario ribadire che in un tempo dove la classe politica non sa più riconoscere bene e male, così come Manifesto di Ventotene da “1000 euro subito”, è importante che il popolo si organizzi e si imbandisca alla

cultura.

Il dubbio della validità di ciò che ci viene detto, a mio avviso, deve ritornare ad essere scontato.


Mario Vultaggio

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